Alessandro Baricco, “Barnum. Cronache dal grande show”. Feltrinelli Editore, 1995.
Leggere a poco a poco, come ho fatto io, Barnum, la selezione degli articoli che Alessandro Baricco ha pubblicato con cadenza settimanale, fra il 1994 e il 1995, sul quotidiano “La Stampa” equivale a centellinare il piacere delle geometrie che presenziano alla formazione del pensiero dell’Autore e rivivere al tempo stesso, con senso nostalgico, almeno in parte, fra le pieghe meno scandagliate degli anni novanta.
Barnum, infatti, è un vino dolce, che va sorseggiato lentamente, posato e poi ripreso, perché ogni capitolo costituisce un ecosistema a sé stante che soltanto così può essere assaporato fino in fondo.
Avete mai goduto di uno spettacolo nel vederlo mal rappresentato, grottesco o tanto banale da suscitare tenerezza? E, inoltre, vi siete mai trovati a prestare più attenzione agli spettatori, alla preparazione o al contesto che non allo spettacolo vero e proprio messo in scena? Ebbene, Barnum rivela i sentimenti suscitati da tutto ciò che è stato davanti e dietro le quinte, mentre si viaggia in un mondo che va dagli show televisivi alle manifestazioni di piazza, dai grandi concerti che hanno segnato un’epoca, alle feste di quartiere, accompagnati dalla sottile ironia dell’autore e dalla sua spietata, ma convincente, rappresentazione della realtà dei fatti.
Leggere a poco a poco, come ho fatto io, Barnum, la selezione degli articoli che Alessandro Baricco ha pubblicato con cadenza settimanale, fra il 1994 e il 1995, sul quotidiano “La Stampa” equivale a centellinare il piacere delle geometrie che presenziano alla formazione del pensiero dell’Autore e rivivere al tempo stesso, con senso nostalgico, almeno in parte, fra le pieghe meno scandagliate degli anni novanta.
Barnum, infatti, è un vino dolce, che va sorseggiato lentamente, posato e poi ripreso, perché ogni capitolo costituisce un ecosistema a sé stante che soltanto così può essere assaporato fino in fondo.
Avete mai goduto di uno spettacolo nel vederlo mal rappresentato, grottesco o tanto banale da suscitare tenerezza? E, inoltre, vi siete mai trovati a prestare più attenzione agli spettatori, alla preparazione o al contesto che non allo spettacolo vero e proprio messo in scena? Ebbene, Barnum rivela i sentimenti suscitati da tutto ciò che è stato davanti e dietro le quinte, mentre si viaggia in un mondo che va dagli show televisivi alle manifestazioni di piazza, dai grandi concerti che hanno segnato un’epoca, alle feste di quartiere, accompagnati dalla sottile ironia dell’autore e dalla sua spietata, ma convincente, rappresentazione della realtà dei fatti.
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