
Come sempre in tutto ciò che è scritto da Mauro Corona, quel
che prevale non è la sottigliezza del pensiero, che faccia perciò emergere il
raffinato senso di intendere le cose da parte del suo autore, né l’eleganza
dello stile o l’accuratezza degli intrecci della fabula, nel quale è bello
immergersi a lungo prima di conoscere il finale. No, non prevale niente di
tutto questo, quanto semmai la semplicità, a volte persino disarmante, con cui
la narrazione viene portata avanti.
Un industriale della seta toscano, capacissimo nel suo
mestiere, tanto da essere sopravvissuto all’ingresso dei cinesi nel mercato,
quando quasi tutti i suoi conterranei hanno fallito, si ammala di curiosità. La
curiosità di sapere cosa c’è e chi vive in una casetta isolata e semi-diroccata
che incontra quando percorre le valli interne dell’Appennino tosco-emiliano che
conducono ai luoghi della sua infanzia.
La curiosità sarà così forte da trascinarlo in una specie di
sogno ad occhi aperti, in cui ripercorre le sue origini, rivede la sua nascita
e la via che lo ha condotto a diventare quel che è, ma soprattutto rimane
sorpreso nel vedere quante cose ha lasciato alle sue spalle ingiustamente. Nel
suo viaggio onirico, rivive la sintesi della sua vita e ritrova la forza per
tirare fuori dal proprio cuore il rammarico, la nostalgia e soprattutto il
coraggio di ammettere di avere intrapreso, a causa di un demone, di cui il
libro tace, ma che potremmo chiamare qui, a nostro uso e consumo, per
semplicità, successo, denaro o potere, una via che non gli competeva. In tal
modo, per sua scelta, infine, agli occhi del mondo, fallirà anch’egli come gli
altri industriali della seta, cedendo il passo all’industria cinese, ma
intimamente otterrà una ricompensa morale che lo appagherà più di quanto il
denaro, il successo e il potere non erano riusciti a dargli finora.
Un racconto breve che ho già detto essere tanto semplice da
risultare disarmante, ma, aggiungo ora, anche tanto fermo da non lasciare
spazio a diverse soluzioni. Forse poco originale, ma sicuramente non banale
come alcuni hanno commentato qua e là sul web e dai quali mi dissocio
apertamente.
Nessun commento:
Posta un commento