
Lo ha ripreso quest’anno con “Nessuno si salva da solo”, il romanzo che racconta di un istante e di una vita intera, contemporaneamente. L’istante è la sera in cui Delia e Gaetano, prima innamorati, sposati e divenuti genitori, si ritrovano a cenare insieme, dopo essersi lasciati da alcuni mesi. L’intera vita è il divenire della stessa coppia, dal loro primo incontro, fino ad un futuro che, pur desiderato, quantomeno per l’ancor giovane età, appare incerto e irraggiungibile.
Non c’è soluzione di continuità fra la descrizione dei fatti presenti, che si svolgono mentre il narratore esterno li va descrivendo, e quelli che sono già avvenuti e rivivono nei ricordi dei due, nelle immagini mentali a cui sono proiettati a causa di una parola, di un gesto o semplicemente di un proposito meditato per condurre in porto la serata. E, in ciò emerge il genio dell’autrice che, con maestria, ha composto i pezzi di un mosaico che risulta tanto più complesso quanto più si spinge nei meandri dell’animo umano, nelle sue più recondite riflessioni e segreti più nascosti, ma non per questo, meno logico o fluido.
L’esempio più riuscito di tale componimento (qui inteso, non solo come sistemazione dei pezzi [del mosaico], ma anche come l’intera opera narrativa) sta nella proiezione futura che la coppia, o forse sarebbe meglio dire la ex coppia, fa di sé registrando i comportamenti e i gesti di un uomo e di una donna ormai anziani che siedono ad un tavolo vicino al loro. Gli altri due, infatti, appaiono ai loro occhi soprattutto sereni, lasciandogli immaginare una vita alle spalle, anche burrascosa, ma che li ha visti, comunque, sempre insieme, consentendogli ora di gioire l’uno della vicinanza dell’altra, se non di essere anche visibilmente allegri, vivi e vincenti.
Del resto, nel millimetrico tracciato cardiotografico della vita di Delia e Gaetano quel che manca è solamente il loro futuro, dato che risulta oscuro anche a loro stessi. Ma, mentre in un guazzabuglio di anacronie analettiche (vale a dire, di contini rimandi a fatti avvenuti, in ordine sparso, prima del tempo in cui svolge la storia) l’unica azione che si svolge in ordine cronologico è la serata dei protagonisti, anche la consapevolezza di potere, quantomeno, avere la parte preponderante nella scelta del loro futuro va maturando via via che la storia va avanti; man mano che giunge loro, che ne sono coinvolti, e al lettore, che ne apprende le gesta, il chiaro messaggio che “nessuno si salva da solo”.
Forse, l’ultima fatica di Margaret Mazzantini non avrà la risonanza e i riconoscimenti che hanno avuto i suoi libri più acclamati, vuoi per via del fatto che manca una vera e propria trama coinvolgente o vuoi anche perché sembra, a tratti, condizionato da uno stile (asciutto, ma non scarno, tagliente ma non sentenziante) e da alcune immagini (grottesche e impietose) già sperimentati con successo dall’autrice e che, per ciò stesso, manca del carattere della novità che, magari, ci si sarebbe aspettati, ma non per questo non si può non considerarla un’opera eccellente.